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Allattamento al seno, approccio osteopatico-ostetrico

I tre vantaggi, le tecniche e le valutazioni sul primo contatto tra mamma e neonato

Perché è importante allattare o almeno provare ad attaccare il proprio bambino al seno? Analizzando i vantaggi connessi con l’allattamento materno, possiamo suddividerli in tre categorie: materni, neonatali e relazionali.

Vantaggi per la madre: allattare permette un recupero psico-fisico più rapido nel post-parto: perdita del peso gravidico, riduzione delle lochiazioni grazie alla produzione dell’ossitocina (ormone che facilita anche il recupero emotivo), riduzione di ansia e stress, mitigazione degli sbalzi d’umore e riduzione del rischio di depressione post-parto.

Allattare riduce anche il rischio di sviluppare malattie tumorali legate a ovaio e mammella: il rischio cala in maniera più considerevole tanto più l’allattamento al seno viene svolto in maniera esclusiva. L’allattamento al seno ha inoltre un effetto benefico nei confronti dell’osteoporosi. Infine il latte materno è comodo, a costo zero e sempre pronto all’uso.

I vantaggi per il bambino sono legati allo sviluppo fisico globale.
Alcuni esempi: l’allattamento al seno ha un’azione antinfettiva verso otiti, infezioni intestinali e respiratorie; previene l’obesità e la comparsa di diabete; previene malattie cardiocircolatorie ed allergiche; riduce il rischio di patologie ortodontiche.
Il latte materno è quindi un alimento perfetto: ogni mamma produce il latte specifico per il proprio bambino e per le sue esigenze nutrizionali nel corso della crescita.

Il latte cambia composizione all’interno della stessa poppata e col passare dei mesi. Grazie al latte materno inoltre il bambino scopre nuovi sapori (che cambiano in base all’alimentazione materna), che renderanno più semplice l’approccio allo svezzamento.

Vantaggi relazionali: in questo caso è importante considerare che il latte non è solo cibo per il corpo, ma è coccola, è il naturale proseguimento della relazione intrauterina tra mamma e bambino. Il seno offre sicurezza, calore umano, occasioni di scambio verbale e di relazione intima con la madre.

Allattare facilita la relazione tra madre e bambino ricreando la loro fusione e rispondendo al principale bisogno del neonato, il CONTATTO. Inoltre la madre sarà facilitata nel riconoscere e accettare ritmi e bisogni di un bambino che non è precocemente indipendente, sviluppando quello che possiamo chiamare istinto materno.

Allattamento al seno: aiuto, posizione e osservazione

Allattare al seno è naturale, talvolta la sua pratica presenta tuttavia ostacoli che con sostegno e competenza si possono superare.

Il sostegno è il primo fattore indispensabile per iniziare ad allattare. La famiglia e il neo padre giocano un ruolo nel comprendere l’importanza dell’allattamento, nel riconoscere la stanchezza e la bravura materna. Il sostegno arriva anche dai professionisti dell’allattamento: l’ostetrica, in collaborazione con altre figure come l’osteopata, accompagna la madre che allatta.

Quando iniziare ad allattare? Il prima possibile. Già nelle due ore dopo il parto, quando nella madre e nel neonato circolano gli ormoni che facilitano il primo attacco. Il neonato è vigile e ha un istinto alla suzione molto pronunciato, la madre produce ossitocina e prolattina, ovvero gli ormoni dell’allattamento.

Ogni quanto attaccare il neonato? Frequentemente. Il seno è come un rubinetto che si apre producendo latte quando il bambino si attacca. Più frequentemente si allatta, più aumenta la produzione di latte per una corretta crescita. La madre è in grado di produrre la cascata ormonale per allattare e il neonato può sperimentare l’attacco rendendolo sempre più corretto.

Come attaccare correttamente il neonato al seno? È necessario portare attenzione a tre aspetti: la posizione del neonato (pancia contro pancia e naso all’altezza del capezzolo), la posizione materna (comoda e con le spalle rilassate ben in appoggio) e la posizione della bocca rispetto al seno (spalancata simil sbadiglio, lingua in basso e sopra la gengiva inferiore). Dopodiché occorre portare il neonato da dietro le spalle verso il seno per permettere l’attacco profondo.

L’attacco è corretto quando non si avverte dolore durante la poppata e rumori (simil schiocco), le guance hanno un movimento masticatorio e il capezzolo esce dalla bocca del neonato non schiacciato.

Lavorare su questi aspetti permette di allattare a lungo e di rendere l’esperienza appagante. Se si presentano delle difficoltà è necessario apportare le dovute modifiche. I fattori che influenzano un buon allattamento sono diversi, perciò il lavoro d’equipe diventa una risorsa per le mamme. L’ostetrica in collaborazione con l’osteopata sostiene le madri a individuare soluzioni personalizzate per l’attacco al seno e l’eventuale introduzione di supporti.

L’allattamento al seno dev’essere un momento di perfetta armonia tra la mamma e il bimbo, per questo è necessario renderlo piacevole ed evitare la sensazione di dolore.

Per favorire un corretto e prolungato allattamento al seno il lavoro in equipe con l’ostetrica è fondamentale: è pertanto utile che le visite si svolgano in maniera integrata.

La valutazione osteopatica nelle difficoltà di suzione si svolge sempre in un’ottica globale facendo particolare attenzione a cranio, suture, passaggi dei nervi cranici, articolazione temporo-mandibolare e lingua.

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