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Gli occhi e la vista del neonato

Controlli e consigli per uno sviluppo corretto e funzionale

Tra i sensi, la vista rappresenta quello che più di tutti ci permette di percepire l’ambiente che ci circonda veicolando oltre l’80% di informazioni provenienti dall’esterno.
La vista tuttavia non è un senso innato: pur sviluppandosi fin dai primissimi giorni di vita, evolve per poi potenziarsi di pari passo con lo sviluppo motorio, sensoriale e cognitivo del neonato prima e del bambino poi.

Gravidanza

Durante la gravidanza, il bambino non è ancora in grado di vedere. Non è quindi possibile esercitare un’influenza diretta sullo sviluppo della sua capacità visiva: possiamo però averne cura, adottando uno stile di vita sano e seguendo le indicazioni del ginecologo che più favoriscano lo sviluppo dei suoi organi, compresi gli occhi e le aree del cervello deputate alla visione.

Nascita

Nel momento immediatamente successivo alla nascita, si realizza per i genitori il primo contatto fisico ma anche visivo con il neonato: guardando i suoi occhi per la prima volta, i genitori si aspettano l’incontro del proprio sguardo con quello del proprio bimbo, e spesso la mancata interazione genera ansia, anche nei giorni successivi.

Cosa è importante fare? Alla nascita il sistema visivo non è ancora pronto. Sarà il personale medico e sanitario ad occuparsi di prevenire eventuali infezioni tipiche della nascita, e valutare che non siano presenti anomalie oculari che compromettano lo sviluppo successivo della visione.

Primi mesi di vita

A partire dai primi giorni, il neonato inizia a percepire le variazioni di luce e buio; comincia a percepire il volto della mamma ad una distanza molto ravvicinata durante il momento dell’allattamento, anche grazie allo sviluppo dell’olfatto. In questa fase tuttavia il bimbo non ha ancora raggiunto uno sviluppo della vista che gli permetta di distinguere le forme o i colori.
Da questo momento in poi pian piano il suo cervello compirà uno sforzo immane nel comprendere ed interpretare i segnali che arrivano dagli occhi, e questo sarà uno stimolo fondamentale per lo sviluppo degli occhi stessi e di tutte le aree del cervello deputate alla vista.
Nel primo mese inizia a svilupparsi il riflesso di fissazione: in questa fase, il bambino inizia a prestare attenzione agli stimoli vicini e a percepire stimoli visivi costituiti da piccoli movimenti.
Nei primi mesi il suo sguardo è più attratto da oggetti colorati e da forme tondeggianti che richiamino la forma del viso.
Piano piano il piccolo inizia a mettere a fuoco oggetti leggermente più lontani e a distinguere le differenze delle forme e dei volti.
In queste fasi, un corretto sviluppo visivo funge da stimolo anche allo sviluppo motorio e viceversa.
La curiosità di toccare ciò che il piccolo vede richiede movimenti via via sempre più complessi, che lo portano a muoversi e spostarsi per prendere ad esempio il giocattolo che ha appena visto e che lo ha attratto.

Nei primi mesi di vita i bambini imparano lentamente anche a coordinare tra loro i movimenti degli occhi. Questa rappresenta una fase molto importante nello sviluppo visivo: mentre alla nascita il neonato non è in grado di muovere gli occhi in maniera sincrona, nei primi sei mesi di vita impara a coordinarne il movimento, ed è grazie a questo passaggio che sviluppa la percezione della visione tridimensionale.

Cosa è importante fare? Nei primi giorni di vita, gli occhi potrebbero apparire occasionalmente non allineati; se questi episodi dovessero protrarsi anche oltre i primi mesi di vita, o divenire più frequenti, potrebbero essere sintomatici di uno strabismo congenito o di altre anomalie oculari In questo caso è quindi consigliabile eseguire una valutazione ortottica ed una visita oculistica pediatrica.

Da 1 a 3 anni

La vista del bambino diventa via via sempre più definita, e la visione tridimensionale ormai completamente sviluppata gli permette di esplorare l’ambiente attorno a sé, stimolandolo ad una coordinazione motoria che lo porti a spostarsi nell’ambiente.
La capacità di coordinare i propri occhi diventa sempre più precisa, consentendogli di migliorare la messa a fuoco e di mantenere l’attenzione su oggetti in movimento.
Imparando ad elaborare le immagini, consolida la capacità di riconoscere le differenze di forme e di colore.
A 3 anni circa la sua capacità visiva arriva mediamente attorno ai 7-8/10.

Cosa è importante fare? A questa età solitamente è consigliata una valutazione ortottica che permetta di misurare l’acuità visiva del bambino (ovvero quanto vede), di evidenziare l’eventuale presenza di uno strabismo e di escludere la presenza di ambliopia (riduzione dell’acuità visiva di uno o entrambi gli occhi comunemente detta occhio pigro) o di altre anomalie della visione (come la necessità di occhiali) che richiedano una visita oculistica.

Dai 4 ai 6-8 anni

Mentre nei primi anni il bambino “impara” a vedere, in questa fase il suo sviluppo visivo dovrebbe essere completato. Da adesso in poi la visione rappresenta un mezzo fondamentale per imparare a leggere, studiare, conoscere.

Cosa è importante fare? Affermare che lo sviluppo visivo è ultimato non significa che i suoi occhi non possano subire delle evoluzioni. Gli occhi infatti sono organi dinamici che crescono fisicamente con il bambino e si modificano nell’arco della vita. Per questo motivo è importante proseguire con i controlli periodici, per far sì che il bambino continui a mantenere una buona qualità visiva.

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