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Infertilità femminile, tra fisiologia ed età

L’infertilità femminile interessa il 30% delle donne e come per quella maschile è fondamentale svolgere quanto prima un’accurata anamnesi.
Le cause più frequenti dell’infertilità femminile sono costituite da disfunzioni ormonali, come nel caso dell’ovaio micropolicistico (PCOS). Altrettanto rilevanti sono le caratteristiche anatomiche: il trasporto dell’ovocita attraverso le tube risulta per esempio difficoltoso se la funzionalità o la morfologia delle tube stesse è alterata, o viene addirittura impedito se le tube si presentano chiuse per pregressi interventi o per infezioni pelviche o malattie croniche come l’endometriosi.
A quelle che possono essere classificate come cause fisiologiche si aggiunge il fattore età, il più complesso da ovviare.

La riproduzione umana non è efficiente. In coppie presumibilmente fertili, è stato dimostrato un tasso di fertilità del 20-30% al mese. Questo si spiega confrontando le statistiche: un terzo degli embrioni che si producono sono anomali; il 40-60% dei concepiti non arriva alla dodicesima settimana di gestazione; la maggior parte delle gravidanze si arresta prima che la gravidanza stessa venga riconosciuta dalla madre: sono le gravidanze biochimiche.

La fertilità femminile comincia a ridursi molti anni prima della menopausa, nonostante la presenza di normali cicli ovulatori.
La base fisiologica di questo declino coinvolge diversi fattori. Nelle donne le cellule germinali (ovociti) non vengono rigenerate durante la vita: il numero di ovociti e follicoli è determinato all’interno dell’ovaio e diminuisce fino alla menopausa, mentre la qualità degli ovociti restanti peggiora con l’età.
Nell’uomo, invece, l’aumento dell’età si associa a riduzione del volume spermatico, della motilità e della morfologia, ma non della concentrazione di spermatozoi. Non esiste in assoluto un’età in cui gli uomini non possano avere figli.

I meccanismi di regolazione responsabili dell’assemblaggio del fuso meiotico sono maggiormente alterati nelle donne di età avanzata, il che determina un’elevata prevalenza di aneuploidi negli ovociti e negli embrioni: questa è una delle principali cause della mancata gravidanza e dell’aumento degli aborti. La prevalenza di embrioni aneuploidi raggiunge quasi il 30% a 40 anni e addirittura il 50% a 42 anni.

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