Nell’uomo, la fertilità richiede l’efficienza e il coordinamento di processi fisiologici complessi, coinvolti nella produzione, nel trasporto, nell’eiaculazione di un numero adeguato di spermatozoi validi e nella deposizione di sperma nel tratto genitale femminile nel periodo periovulatorio.
Per classificare come “normale” la fertilità maschile, sono dunque necessari:
Ognuna di queste funzioni è regolata da un sistema fisiologico preciso, e l’alterazione di anche solo una di queste può portare ad una infertilità maschile.
Possono essere quindi presenti cause genetiche, ormonali, meccaniche, immunologiche e di interazione ovocita-spermatozoo.
L’infertilità colpisce il 15% delle coppie in età fertile: in circa il 30% delle coppie si riconosce un fattore maschile, nel 35% un fattore femminile e nel 20% dei casi la compresenza di entrambi i fattori. Nel rimanente 15% dei casi, l’eziologia è sconosciuta.
Nel caso di infertilità maschile, il primo passo da compiere è l’esecuzione di una adeguata anamnesi per identificare le cause, indagando su infezioni e su malattie acute e croniche, come il diabete, l’ipertensione arteriosa, la parotite.
È utile inoltre indagare su eventuali traumi o interventi chirurgici a livello genitale, così come su torsioni o ritenzioni testicolari.
Fondamentale è anche l’esecuzione di un’indagine genetica per escludere alterazioni cromosomiche o malattie genetiche come la fibrosi cistica.
Altri step necessari sono l’esecuzione di dosaggi ormonali per evidenziare un alterato sistema ipotalamo-ipofisi-testicolo (lh, fsh, prolattina, testosterone) e per ultimo l’indagine sullo stile di vita (fumo, alcool, droghe e lavori a rischio).
Eseguita l’anamnesi, è necessario uno spermiogramma per valutare la motilità, il numero e la morfologia degli spermatozoi presenti nell’eiaculato.
È utile anche l’esecuzione di una spermiocoltura, che consiste in un esame microbiogico sul campione seminale per individuare un eventuale ceppo patogeno, e prescrivere così un trattamento antibiotico.
Esistono dei casi di sub-fertilità maschile legati ad anomalie a livello genomico (frammentazione del DNA): per identificarle si effettuano indagini sul DNA spermatico con una metodica chiamata Tunnel Assay, che riesce a rivelare i danni al DNA nucleare.
In base alla diagnosi, può essere assegnata una categoria di trattamento. Gli unici casi in cui può rivelarsi utile una terapia ormonale, sono quelli in cui si rilevano bassi valori di gonadotropine, e quelli derivanti da causa infettiva, dove il trattamento antibiotico può eventualmente risolvere il problema.
In tutti gli altri casi, le terapie mediche non risultano risolutive, e si suggerisce in questi casi il ricorso alle tecniche di Fecondazione Assistita.